Wonder Boy Dragon’s Trap

RetroMagazine nr. 24 – Anno: 2020 – Autore: Carlo N. Del Mar Pirazzini

Anno1989/2018
Editore/SviluppatoreDotemu, Nicalis, Headup Games (e il benestare di Sega)
GenerePlatform game a scorrimento
PiattaformaPC, Nintendo Switch, PS4, XBOX, IOS, Android – Piattaforme 1989: Sega Master System, Game Gear e Pc Engine
Sito WebN/A
Wonder Boy Dragon’s Trap

“Anche dopo molti anni, le perle brillano come appena raccolte”.
Nel 1989 Sega fa uscire sul mercato il seguito del giocabile e meraviglioso Wonder Boy in Monster Land, gioco da sala e in seguito convertito su qualsiasi sistema casalingo.
Uscì così sul mercato Wonder Boy III the Dragon Trap, ma solo su Sega Master System (e in seguito su PC ENGINE). Fu un successo incredibile tanto da essere riconosciuto uno dei migliori titoli della piccola console SEGA a 8 BIT.

Nel 2018 Lizardcube si tuffa in una nuova avventura quasi improbabile: creare un remake del gioco originale ma farlo con lo spirito dei tempi moderni.
Con il supporto di Ryuichi Nishizawa a garanzia che il lavoro originale venga rispetto, il gruppo Lizardcube ci permette oggi di giocare, anzi rigiocare, un capitolo già meraviglioso della storia videoludica.
Scopriamo assieme se questo nuovo “esperimento” è andato per il verso giusto.

Come dicevamo questo non è il primo episodio della saga di Wonder Boy, ma il terzo (sarebbe meglio dire il quarto, ma vorrei dimenticare il pessimo Wonderboy in Monster Lair). Tutto viene ripreso alla fine del secondo episodio (il già citato Wonderboy in Monster Land) con il nostro piccolo eroe Tom-Tom che si appresta a combattere il terribile Meka Dragon. Una volta sconfitto, il mostro prima di morire lancerà una maledizione che lo trasformerà in una piccola lucertola sputafuoco con l’obbligo di scappare dal castello in rovina e cercare in tutta Monster Land la cura per tornare umano.

Il viaggio si sviluppa in un mondo tutt’altro che lineare. Non avremo livelli da raggiungere a destra o a sinistra, così che non ci saranno nemmeno suddivisioni in stage o livelli. In base allo scorrere della storia e alle abilità speciali delle trasformazioni e all’esplorazione dovremo scoprire la strada da intraprendere.

Il gioco si presenta come altri classici dei suoi tempi (Zelda II, Simon’s Quest, Metroid) e oggi si potrebbe identificare come un classico Metroidvania.
La novità che colpi al tempo furono le trasformazioni del protagonista. Ogni volta che sconfiggiamo un boss di fine zona questo ci maledice e ci trasforma in una creatura differente con differenti caratteristiche. E così da lucertola sputafuoco verremo trasformati in topo, in piranha, in leone e in falco. Ognuno di loro presenterà un gameplay differente e caratteristiche uniche che ci apriranno la strada per proseguire nel gioco.

Il topo ad esempio ci consentirà di arrampicarci e camminare sui muri ed intrufolarsi in posti impensabili, il Piranha ci permetterà di nuotare nei livelli acquatici, il Leone con la sua forza ci permetterà di abbattere muri altrimenti incrollabili e infine il falco ci farà raggiungere alcune zone di Monster Land impossibili se non si vola.

Come dicevamo la non linearità del gioco ci consente di esplorare quasi tutto liberamente, ma se saremo male equipaggiati oppure non adatti a quella zona la nostra esistenza sarà ridotta ai minimi termini.
In questo caso oltre alle varie trasformazioni sarà necessario equipaggiarsi nei numerosi negozi visibili e segreti presenti nel gioco dove potremo acquistare armi, armature e scudi, pozioni di cura e altro.

Ma arriviamo parlando della realizzazione del gioco. La domanda è duplice.
La prima, è un gioco che resiste al tempo? Sono passati 30 anni dalla prima versione potrà reggere il confronto con il giorno d’oggi?
La risposta è SICURAMENTE SI! Il gameplay avvincente, l’esplorazione del mondo e il modo fresco di gestire l’azione di gioco rendono tutt’ora DRAGON’S TRAP una piccola perla.
La seconda domanda invece parla direttamente agli sviluppatori. Hanno fatto bene il loro lavoro?
Affermativo! Hanno reso il gioco qualcosa di davvero superlativo dal punto di vista tecnico. La grafica in alta definizione è meravigliosa, ridisegnata con uno stile fiabesco e a cartone animato che delizia gli occhi.
Per non parlare delle animazioni di ogni singolo elemento del gioco. Tutte le trasformazioni del protagonista sono eccezionali (la camminata/saltello del FALCO è bellissima) e tutto si muove perfettamente sia che si guardi su PC sia che lo si faccia su Switch.
L’elaborazione tecnica rimane a livelli altissimi anche sulle musiche che ti immergono nel gioco perfettamente e non sfigurano in nessun modo con le originali.

E proprio parlando degli originali non possiamo non citare la possibilità di switchare durante il gioco dalla versione moderna alla versione old del Master System, musica compresa. Il tutto cliccando un tasto del nostro joypad. Effetto grandioso per tutti noi nostalgici.
Il livello di sfida rimane sempre equilibrato e mai troppo punitivo, ma richiede uno sforzo di attenzione sul come affrontare le sfide e i boss finali.
Ogni mostro finale si presenta con le caratteristiche ben delineate e potrà essere affrontato sempre con un uso perfetto di equipaggiamento corretto e colpi precisi.
Creare un remake di un’opera ha delle regole e la principale è quella di preservare lo spirito originale e questo è stato fatto in modo impeccabile.
Il primo impatto è sbalorditivo. Un lavoro che non parla solo del comparto grafico o sonoro, ma anche dalla caratterizzazione del personaggio. Un protagonista che ha subito un trattamento eccellente nelle sue trasformazioni e nelle già citate animazioni.

Concludendo, Wonder Boy Dragon’s trap è un prodotto eccellente. Un prodotto che non sente nemmeno un secondo dei 30 anni passati grazie al miglioramento estetico e non tradisce di un grammo lo spirito.
Tre livelli di difficoltà, la possibilità di giocare l’avventura come Wonder Girl, l’aggiunta di un gameplay fresco, fa onore ai ragazzi di Lizardcube che ha dimostrato l’amore verso l’opera orginale, riportandola sui nostri schermi per farci tornare bambini, ma anche per fare da anello di congiunzione tra noi sognatori di un tempo e le nuove generazioni.

…Ora vado… Devo tornare a Monster world per sognare ancora… E ancora… E ancora… Buon viaggio Wonder boy.

Giocabilità: 95%

Un gameplay superlativo nel 1989 rinfrescato da un supporto tecnico di prima categoria. Ogni personaggio vi fornirà ore di divertimento ed esplorazione. Per non parlare dei livelli di difficoltà selezionabili che alzano la posta in gioco e la possibilità di affrontare l’avventura al femminile. Mai punitivo, severo ma giusto nell’affrontare le sfide.

Longevità: 90%

Non è lunghissimo ma va esplorato con cura e vi piacerà esplorarlo anche finito al primo giro.

Share

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.